mercoledì 25 novembre 2020

Decreto Ristori Ter. Tornano i buoni spesa alimentari.-

 di Area Legislativa

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è entrato in vigore il Decreto Ristori Ter con le novità: dai nuovi fondi per garantire gli aiuti alle imprese delle regioni entrate in zona rossa ai buoni spesa che dovranno erogare i singoli Comuni ai cittadini che maggiormente stanno risentendo dell’impatto dell’emergenza Covid.

1,95 miliardi di euro è il valore delle risorse stanziate con l’ultimo provvedimento emergenziale adottato per arginare gli effetti economici delle misure restrittive imposte dopo l’allentamento estivo.

Si tratta dell’ultimo tassello di un mosaico non ancora completato:
  • il Decreto Ristori ha introdotto nuovi aiuti sulla base delle nuove restrizioni imposte per settore a partire dal DPCM del 24 novembre 2020;
  • il Decreto Ristori bis ha previsto nuove misure di sostegno considerando i settori interessati dalle restrizioni e le disposizioni del DPCM del 3 novembre che ha diviso l’Italia in zona gialla, zona arancione e zona rossa, un colore per ogni livello di rischio;
  • il Decreto Ristori ter interviene con alcune novità, come i buoni spesa che ogni Comune dovrà erogare, ma soprattutto per garantire aiuti anche alle imprese che si trovano nelle regioni inserite in zona arancione o rossa in una fase successiva.
Manca ancora, però, un ultimo tassello atteso per fine settimana: il Decreto Ristori Quater che richiede uno scostamento di bilancio maggiore, 8 miliardi di euro, per introdurre una proroga delle scadenze fiscali di fine novembre e di dicembre, grande assente dell’ultimo testo approvato.

Tornano i buoni spesa già utilizzati all’inizio dell’emergenza coronavirus: viene istituito un fondo pari a 400 milioni di euro da erogare ai Comuni entro il 1° dicembre per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare: importi e modalità di accesso dovranno essere stabiliti dai singoli enti territoriali;
Di particolare importanza è l’articolo 1 del DL n. 154 del 23 novembre 2020, rifinanziamento delle misure di sostegno alle imprese colpite dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Nel testo si legge:

Il Fondo di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto legge 9 novembre 2020, n. 149, è incrementato di 1.450 milioni di euro per l’anno 2020 e di 220,1 milioni di euro per l’anno 2021, anche in conseguenza delle ordinanze del Ministero della salute del 10 novembre 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 280 del 10 novembre 2020, del 13 novembre 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale , Serie generale, n. 284 del 13 novembre 2020, e del 20 novembre 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale , Serie generale, n. 290 del 21 novembre 2020”.

In questo gioco di rimandi e incastri di provvedimenti che portano tutti lo stesso nome, per comprenderne la portata è necessario riprendere il testo del Decreto Ristori bis.

Con le nuove risorse stanziate, si garantisce l’accesso a una serie di aiuti previsti per le attività che operano nelle zone inserite in un livello di rischio più alto, anche in un secondo momento rispetto al Decreto Ristori bis. In altre parole, ad esempio, anche le partite IVA dei territori entrati in zona rossa nelle ultime settimane possono richiedere i contributi a fondo perduto se operano con specifici codici Ateco.

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/11/23/20G00175/sg

sabato 21 novembre 2020

Zone anti-Covid a livello regionale. Aggiornamenti.-

di Area Legislativa

Il ministro della Salute ha firmato due nuove Ordinanze volte a rimodulare le zone anti-Covid a livello regionale.
La prima Ordinanza, firmata il 19 novembre e già in vigore, rinnova fino al 3 dicembre prossimo le misure disposte nell’Ordinanza emanata lo scorso 4 novembre: le Regioni Puglia e Sicilia rimangono, quindi, in zona arancione e le Regioni Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta in zona rossa. Resta ferma la possibilità di nuove classificazioni prevista dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2020.

La seconda Ordinanza, firmata il 20 novembre, dispone il passaggio della Regione Abruzzo dalla zona arancione alla zona rossa. Le disposizioni del provvedimento entreranno in vigore il 22 novembre e resteranno vigenti fino al 3 dicembre 2020. 

Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni nelle diverse aree è attualmente la seguente:
- area gialla: Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto
- area arancione: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria
- area rossa: Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d'Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.



Ordinanza Regione Lazio. Riapertura di alcune attività commerciali.-

 di Area Sviluppo Imprese

Con l’ordinanza numero Z00068 del 20 novembre 2020, il presidente della Regione Lazio ha dettato nuove disposizioni in materia di attività commerciali che rimarranno in vigore fino al 30 novembre 2020
Nei giorni festivi e prefestivi, restano aperte le attività commerciali all’ingrosso purché la vendita sia effettuata, esclusivamente, nei confronti dei titolari di partita Iva, con accesso diretto alle strutture consentito esclusivamente ai medesimi soggetti. 

Restano altresì aperte le attività commerciali degli autosaloni e delle aziende florovivaistiche. 
Nessuna attività commerciale al dettaglio compresi i supermercati, inoltre, può nei giorni feriali, festivi e prefestivi, proseguire la vendita al pubblico con accesso ai locali oltre le ore 21. Quindi viene disposta la chiusura anticipata. Bar e ristoranti in quanto pubblici esercizi potranno effettuare attività di vendita con asporto fino alle 22 come previsto dal DPCM nazionale. 

Tutte le attività commerciali consentite sono comunque tenute a osservare le seguenti regole: sorveglianza per verificare il rispetto delle distanze interpersonali e il divieto di assembramento; modalità di contingentamento/scaglionamento degli ingressi, allo scopo di assicurare i limiti numerici di presenza di clienti e addetti; le misure di sicurezza e prevenzione previste dalle “Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dell’8 ottobre 2020”.

lunedì 16 novembre 2020

Bonus Centri Storici. Provvedimento Agenzia delle Entrate.-

di Area Legislativa e Area Sviluppo Imprese


L’Agenzia delle Entrate il 12 novembre scorso ha emanato il provvedimento che definisce le modalità con cui i negozi e le attività commerciali presenti nei centri storici delle città metropolitane o grandi centri urbani, come definiti nel decreto di Agosto, possono presentare richiesta per un bonus fino a 150.000 euro. La misura è contenuta nell'art. 59 del citato decreto, convertito in legge il 13 ottobre 2020, n. 126, e sostiene quelle attività che hanno subito gravi perdite di fatturato connesso alla riduzione del flusso turistico

I beneficiari di tale bonus a fondo perduto, hanno 60 giorni di tempo per inviare l'istanza all'Agenzia delle Entrate, dalla data di avvio della procedura telematica. Dal 18 novembre e fino al 14 gennaio 2021 sarà dunque possibile presentare l'istanza all’Agenzia

Precisiamo da subito che il bonus non è cumulabile con il bonus filiera destinato ai ristoranti (c.d. Salva Made in Italy). 

Come stabilisce la legge di conversione del Decreto Agosto, il contributo a fondo perduto è destinato alle attività commerciali presenti nelle zone A o equipollenti dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana. Per zona A si identifica il centro storico. Mentre per attività commerciale sono individuate le imprese di vendita di beni o servizi al pubblico (ad esempio bar, ristoranti, tabacchi, farmacie, gelaterie, negozi di abbigliamento). Quindi i beneficiari sono solo quelle attività come sopra definite svolte nei centri storici o in zone equipollenti. A questi si aggiungono gli autoservizi di trasporto pubblico non di linea. 

In Itala si contano 80 comuni capoluogo di provincia, di cui solo 12 sono le città metropolitane presenti nel decreto (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Cagliari, Catania, Messina, Palermo). Escluse Reggio Calabria e Messina. 

Con il provvedimento a firma del direttore dell'Agenzia delle Entrate del 12 novembre 2020, sono state identificate altre città destinatarie del contributo (Verbania, Rimini, Siena, Pisa, Como, Verona, Urbino, La Spezia, Ravenna, Bolzano, Bergamo, Lucca, Matera, Padova, Agrigento, Siracusa, Ragusa). 

Se l'esercente si trova in una città capoluogo di provincia, in base alle rilevazioni delle amministrazioni pubbliche deputate all'identificazione dei flussi turistici, il flusso turistico di persone residenti all'Estero, deve essere stato di almeno tre volte superiore a quello dei residenti negli stessi comuni

Se invece l'attività di impresa ricade in una città metropolitana, la stessa statistica sui turisti stranieri (residenti all'estero) deve rilevare un numero pari o superiore a quello dei residenti negli stessi comuni

Accanto al requisito statistico demografico, per determinare se una città capoluogo di provincia o città metropolitana possa essere inclusa tra quelle in cui il centro storico abbia sofferto la brusca frenata del flusso turistico, c'è anche il requisito economico

Il negozio che vende beni o servizi al pubblico, che ha la sua sede operativa all'interno del centro storico di una città capoluogo di provincia o città metropolitana, in base al requisito del flusso turistico, deve aver registrato per effetto della mancanza di turisti una perdita di ricavi. Tra giugno 2020 e lo stesso mese del 2019, la perdita di fatturato o corrispettivi deve essere pari o superiore al 66% fatturato

Mentre la perdita di fatturato è per tutti di almeno il 66%, per l'accesso al requisito, le attività commerciali interessate sono state divise in tre fasce. Coloro che hanno realizzato nell'anno di imposta un fatturato non superiore a 400.000 euro; le attività commerciali con un fatturato compreso tra 400mila e 1 milione di euro; ed infine gli esercenti con un fatturato superiore al milione di euro. 

La logica che sta alla base del bonus a fondo perduto per i negozi dei centri storici delle zone A o equipollenti, individuate nelle città metropolitane o capoluogo di provincia, è dare un ristoro per la perdita di fatturato o corrispettivi subiti a giugno 2020, rispetto all'anno precedente, per effetto del lockdown e delle misure di chiusura delle frontiere che hanno azzerato l'arrivo di turisti stranieri. Tuttavia, il bonus non va a coprire l'intera perdita di fatturato ma solo una quota. Questa è calcolata sulla differenza tra il fatturato o corrispettivo realizzato a giugno 2020 con quello del 2019. Ad esempio se nel giugno 2020, un bar in Duomo a Milano, ha avuto un fatturato di 10.000 euro, e nel giugno 2019, il fatturato è stato di 14.000 euro, il bonus sarà calcolato solo sulla differenza, ossia 4.000 euro. 

Il bonus ha però un importo minimo che comunque verrà erogato. Questo importo è di 1.000 euro per le persone fisiche, e 2.000 euro per le persone giuridiche (aziende con P.Iva). Ma non potrà superare i 150.000 euro

Il coefficiente da applicare non è univoco per tutti, ma è differenziato su 3 fasce di fatturato realizzato nel 2019. 

15% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a quattrocentomila euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto; 

10% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e fino a un milione di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto; 

5% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a un milione di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto. 

Il bonus è riconosciuto anche a coloro che hanno avviato l'attività dal 1 luglio 2019. In tal caso il fatturato di giugno 2019 sarà zero, mentre quello di riferimento per l'applicazione di quale coefficiente, dipenderà dal fatturato complessivo realizzato tra il 1 luglio e 31 dicembre 2020. 

La presentazione dell'istanza può avvenire solo in via telematica. La può presentare il titolare dell'attività o gli intermediari delegati alla consultazione del Cassetto fiscale. L'istanza si presenta accedendo al portale web “Fatture e Corrispettivi” nell'area riservata. L'Agenzia delle Entrate effettuerà i controlli sulla domanda e solo in caso di accoglimento (ci saranno due ricevute, una per accettazione e l'altra di autorizzazione), il pagamento avverrà direttamente sul conto corrente del beneficiario riportato nell’istanza. Qui il link al modello




Bonus filiera “Salva Made in Italy”. Procedura per la richiesta del contributo per il comparto pub e ristorazione.-

di Area Legislativa e Area Sviluppo Imprese

Lo scorso 6 novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 27 ottobre 2020 che stabilisce criteri, requisiti e modalità di erogazione del contributo a fondo perduto destinato alle imprese del settore ristorazione per l'acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima del territorio. Tale contributo che definisce i principi e la modalità di gestione del Fondo per la filiera della ristorazione era stato istituito ai sensi dell'articolo 58 del decreto legge 14 agosto 2020, n. 104 ovvero con il c.d. Decreto Agosto

Rileviamo - come Associazione di categoria - che questo fondo nacque in estate, a metà agosto, quando ancora molti ristoranti funzionavano a pieno regime. Oggi la situazione è ben diversa, specie in alcune regioni, dove sono state adottate misure più restrittive e che, come già abbiamo chiarito, necessitano di sostegni diversi e soprattutto di un piano di sviluppo economico per i mesi a venire. Tuttavia ci sentiamo di fornire le necessarie informazioni sul fondo di filiera che intanto dà la possibilità di recuperare acquisti fin dal 14 agosto scorso e fornisce liquidità immediata alle aziende attraverso un anticipo del 90%, presentando anche fatture non quietanzate. 

Per accedere al contributo, il MIPAAF ha realizzato insieme a Poste Italiane un portale dedicato al fine di tagliare i tempi della burocrazia. Gli imprenditori hanno a disposizione per due settimane, dal 15 al 28 novembre 2020, la piattaforma per effettuare le richieste. Nessun “click day" ma è bene sottolineare che il contributo (ammontare massimo per ogni beneficiario pari a euro 10.000) sarà erogato fino a esaurimento delle risorse stanziate (600 milioni di euro), e che nel caso in cui il totale delle misure richieste ecceda le risorse disponibili, si procederà alla determinazione del contributo in misura percentualmente proporzionale agli acquisti documentati. 

Chi desidera ottenere il bonus dovrà acquistare almeno tre differenti tipologie di prodotti agricoli e alimentari, con il prodotto principale che non deve superare il 50% della spesa. Il valore del contributo a fondo perduto ovviamente non può superare il valore della spesa che, esclusa l’IVA, deve essere pari o superiore ai 1.000 euro e non deve superare i 10.000 euro

I prodotti prioritari sono definiti nella tabella prodotti con il “Codice Categoria Valorizzazione del Territorio” che inizia con RS e DOPIGP e sono nello specifico: 
  • latte 100% italiano, prosciutto crudo DOP e prosciutto cotto 100% italiano, formaggi DOP o da latte 100% italiano; 
  • salumi vari da suino DOP e IGP da animali nati allevati e macellati in Italia, salumi non da carne suina (tacchino, bresaola, altro) da animali nati, allevati e macellati in Italia, olio extra vergine di oliva 100% da olive italiane e/o DOP; 
  • carne bianca da animali nati allevati e macellati in Italia, carne bovina, suina, ovicaprina, cunicola da animali nati allevati e macellati in Italia; 
  • zuppe di cerali con verdure filiera e materia prima italiana, minestrone con verdure filiera e materia prima italiana, pasta secca con grano 100% italiano, riso da risotto con riso 100% italiano, preparati per risotti da materia prima italiana; 
  • passata, polpa e pelati di pomodoro 100% italiano, sughi pronti da materia prima italiana; 
  • verdure fresche o conservate in scatola o in vetro filiera e materia prima italiana, verdure conservate in scatola filiera e materia prima italiana formato per mense, legumi in scatola (fagioli, lenticchie) filiera e materia prima italiana; 
  • macedonia di frutta o frutta sciroppata o frutta fresca da filiera e materia prima italiana, succo di frutta e purea di frutta filiera e materia prima italiana, crackers, pane e prodotti da forno da grano 100% italiano, vini DOP e IGP aceti balsamici DOP e IGP. 
Le imprese che potranno accedere al beneficio sono state identificate attraverso i codici ATECO:

    561011   Ristorazione con somministrazione
    561012   Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
    562100   Catering per eventi, banqueting
    562910   Mense
    562920   Catering continuativo su base contrattuale
    551000   Alberghi (solo quelli autorizzati alla somministrazione di alimenti e bevande)

Passando ora alla parte più pratica della nostra informativa, cerchiamo di sintetizzare le procedure da adottare per l’ottenimento del bonus. 
Innanzitutto ribadiamo che le domande possono essere presentate attraverso il Portale della Ristorazione dal 15 novembre 2020 al 28 novembre 2020 oppure presso gli sportelli degli uffici postali dal 16 novembre 2020 al 28 novembre 2020 negli orari di sportello

Per ricevere supporto in tempo reale nella richiesta suggeriamo di predisporre la domanda direttamente dal portale che può guidare passo passo nella sua corretta compilazione. 

Per inviare la domanda dal portale è necessario disporre della propria identità digitale SPID

Dopodiché si accede al portale e si compila il formato web dinamico si esegue l'upload dei documenti e, terminata la compilazione, si può effettuare il pagamento del bollettino oppure si può stampare e compilare il modulo disponibile dal portale e presentare in un plico chiuso insieme alla documentazione necessaria (copia dei documenti fiscali certificanti gli acquisti effettuati dopo il 14 agosto suddivisi per tipologia; quietanze associate ai documenti fiscali; copia della visura camerale in corso di validità) all'ufficio postale più vicino e pagare il bollettino. 

Le domande correttamente compilate saranno approvate dal MIPAAF

In caso di presentazione della domanda on line è possibile verificare l’esito dal portale on line e si può presentare una sola domanda per ciascuna partita iva di cui si è rappresentante legale. 

Poste Italiane eseguirà i bonifici per conto del Ministero per un importo fino al 90% del valore complessivo del contributo assegnato. 

Entro 15 giorni dall’anticipo, è necessario presentare una quietanza di pagamento - per gli acquisti effettuati - direttamente sul portale o via pec se la domanda è stata presentata all’ufficio postale tramite il modulo di quietanza standard presente sul sito. 

Alla fine del processo il saldo del restante 10% del valore complessivo verrà effettuato sempre da Poste Italiane. 

Manuale e informazioni sono presenti sul portale della ristorazione.

DECRETO 27 ottobre 2020

Convenzione tra MIPAAF e Poste Italiane



martedì 10 novembre 2020

Decreto Ristori BIS. Nuovi codici Ateco e agevolazioni di Filiera.-

di Area Legislativa

Analizziamo il testo del Decreto Ristori BIS (Decreto legge del 9 novembre 2020 n. 149) pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con relativi allegati 1 - 2 - 3, e contenente ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese e giustizia, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Le misure introdotte dal decreto in esame, con ulteriore stanziamento di risorse, sono destinate al ristoro delle attività economiche di filiera interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso. Con quest'ultimo provvedimento di aiuti, approvato nella notte del 6 novembre scorso dal Governo, è stata di fatto ampliata la gittata degli indennizzi a fondo perduto. 

Sono previste infatti 3 novità principali

· un’estensione delle categorie di attività beneficiarie degli indennizzi, con nuovi codici Ateco 

· il contributo è aumentato di un ulteriore 50%, per alcuni operatori già beneficiari degli aiuti, colpiti da ulteriori restrizioni alla luce delle nuove misure restrittive nelle zone arancioni e rosse

· previsto un nuovo contributo a fondo perduto per specifiche imprese che operano nelle Regioni caratterizzate da uno scenario di elevata o massima gravità. Il contributo sarà erogato sempre dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente, in relazione ai contributi previsti dal decreto “Rilancio” e per quelli introdotti con il precedente decreto Ristori. L’importo del beneficio varierà in funzione del settore di attività dell’esercizio

Altre 19 categorie sono state ammesse ai contributi a fondo perduto tra il 100% e il 200% previsti dal decreto ristori 1: lo prevede la tabella dei codici Ateco aggiornata, allegata al decreto ristori bis. 

Compaiono molte delle categorie del comparto che abbiamo informato di essere state escluse dagli aiuti nel precedente provvedimento come la ristorazione senza somministrazione, le rosticcerie e pizzerie al taglio e i laboratori artigianali alimentari.

Tanto premesso, riassumiamo le novità delle misure introdotte e ne segnaliamo alcune per la filiera: 

=> Contributi a fondo perduto 

È stato previsto un ampliamento delle categorie di attività beneficiarie del contributo a fondo perduto previsto dal DL Ristori n. 137/2020

Per alcuni operatori già beneficiari del contributo che registrano ulteriori restrizioni delle loro attività alla luce delle nuove misure restrittive nelle zone arancioni e rosse, il contributo è aumentato di un ulteriore 50%, ovvero per gli operatori dei settori economici individuati dai nuovi codici ATECO: 
561030 - gelaterie e pasticcerie, 
561041 - gelaterie e pasticcerie ambulanti, 
563000 - bar e altri esercizi simili senza cucina 
551000 - alberghi con domicilio fiscale o sede operativa nelle aree del territorio nazionale, caratterizzate da uno scenario di elevata o massima gravità e da un livello di rischio alto, individuate con le ordinanze del Ministro della Salute adottate ai sensi degli articoli 2 e 3 del DPCM del 3 novembre 2020

=> Contributi per le attività con sede nei centri commerciali e per le industrie alimentari 

È prevista la costituzione di un fondo per ristorare con un contributo a fondo perduto le perdite subite dalle attività economiche che hanno sede nei centri commerciali e per le industrie alimentari. Ovvero il contributo a fondo perduto di cui sopra viene riconosciuto nell’anno 2021 agli operatori con sede operativa nei centri commerciali e agli operatori delle produzioni industriali del comparto alimentare e delle bevande, interessati dalle nuove misure restrittive del DPCM del 3 novembre 2020, nel limite di spesa di 280 milioni di euro. Il contributo viene erogato dall’Agenzia delle Entrate previa presentazione di istanza secondo le modalità disciplinate dal provvedimento della stessa Agenzia. Se le imprese svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO che rientrano tra i beneficiari del contributo (allegato 1 al D.L.), il contributo è pari al 30% del contributo a fondo perduto. Se, invece, svolgono come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO che non rientrano tra i beneficiari, il contributo spetta a determinate condizioni ed è pari al 30% del valore calcolato sulla base dei dati presenti nell'istanza trasmessa. 

=> Sostegno alla filiera agricola, pesca e acquacoltura 

È prevista la totale decontribuzione anche per il mese di dicembre per le imprese interessate dal primo decreto-legge Ristori, attive nei settori della filiera agricola, della pesca, dell’acquacoltura comprese le aziende produttrici di vino e di birra.

=> Credito d’imposta sugli affitti commerciali 

Per le imprese che svolgono le attività che danno titolo al riconoscimento del nuovo contributo a fondo perduto (Allegato 2 al decreto) e operano nelle aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (zona rossa) individuate ai sensi dell’ultimo DPCM, nonché alle imprese che svolgono le attività di cui ai codici ATECO 79.1, 79.11 e 79.12, viene esteso quanto previsto dal primo decreto Ristori, prevedendo un credito d’imposta cedibile al proprietario dell’immobile locato pari al 60% dell’affitto per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre. 

=> Sospensione dei versamenti 

Per i soggetti che esercitano attività economiche sospese è prevista la sospensione delle ritenute alla fonte e dei pagamenti IVA per il mese di novembre. I versamenti sospesi sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un'unica soluzione entro il 16 marzo 2021 o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021.

=> Cancellazione della seconda rata dell’IMU 

È prevista la cancellazione della seconda rata dell’IMU per le imprese che svolgono le attività che danno titolo al riconoscimento del nuovo contributo a fondo perduto e operano nelle Regioni caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto individuate ai sensi dall’ultimo DPCM, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività. 

=> Sospensione dei contributi previdenziali 

Per le attività previste dal decreto-legge Ristori che operano nelle zone gialle vengono sospesi i contributi previdenziali e assistenziali per il mese di novembre. Per quelle delle zone arancioni e rosse la sospensione è riconosciuta per i mesi di novembre e dicembre. 

=> Rinvio del secondo acconto Ires e Irap per i soggetti a cui si applicano gli Isa 

Nei confronti dei soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale e che operano nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, viene disposta la proroga al 30 aprile 2021 del pagamento della seconda o unica rata dell’acconto di Ires e Irap. 

Per beneficiare del contributo a fondo perduto, l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020, deve essere inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Se, ad esempio, l’ammontare del fatturato di aprile 2019 è stato di 30.000 euro i 2/3 ammontano a 20.000 e in questo caso la condizione si verifica se l’ammontare del fatturato di aprile 2020 è inferiore a 20.000 euro. 

E’ stato a suto tempo chiarito con la Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 15 del 13 giugno 2020, che per il calcolo del fatturato e dei corrispettivi da confrontare al fine di verificare la riduzione, poiché si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione dei beni o di prestazione dei servizi, dovranno essere considerate le operazioni che hanno partecipato alla liquidazione periodica del mese di aprile 2019 (rispetto ad aprile 2020). 

Per il calcolo dell’ammontare del contributo sono state previste delle “quote”, differenziate per settore economico, e riportate nell’allegato 1 al decreto 137/2020, in ogni caso l’importo del contributo, non può essere superiore a euro 150.000 euro. 

Tra le quote previste dal decreto si evidenzia: 

· il 150% per bar, gelaterie, pasticcerie, alberghi, affittacamere, villaggi turistici, campeggi; 

· il 200% per ristoranti, palestre, piscine, impianti sportivi, cinema, teatri, intrattenimento; 

· il 400% per discoteche, sale da ballo, night club e simili. 

Per i soggetti che hanno già beneficiato e ricevuto il contributo previsto dall’art. 25 del D.L. n. 34/2020, non è previsto nessun adempimento, l’ammontare dello stesso è determinato come quota del contributo già erogato in base a quanto disposto dall’articolo 25. 

Prendendo in considerazione un ristorante la cui quota prevista dal decreto è pari a 200%, se è stato beneficiario di un contributo di 4.000 euro, l’accredito sul conto corrente sarà di 8.000 euro, ovvero la quota del 200% di 4.000 (contributo già erogato). 

Chi invece non ha mai presentato istanza, potrà presentare la domanda tramite la procedura web utilizzando il modello approvato con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020. Un prossimo provvedimento delle Entrate dovrà stabilire i termini e le modalità per la trasmissione delle istanze. 

Il contributo è determinato come quota del valore calcolato sulla base dei dati indicati nell’istanza trasmessa, e dei criteri stabiliti dai commi 4, 5 e 6 dell’art. 25 del decreto “Rilancio”

Sono state stabilite delle percentuali in funzione dei ricavi o dei compensi relativi al periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto (19 maggio 2020), ossia, per i contribuenti “solari”, quelli relativi al 2019. 

Nello specifico abbiamo: 

· il 20% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400 mila euro; 

· il 15% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400 mila euro e fino a 1 milione di euro; 

· il 10% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. 

Qualora l’ammontare dei ricavi o compensi è superiore a 5 milioni di euro, il valore è calcolato applicando la percentuale del 10% del calo del fatturato. 

Il nuovo ristoro può essere pari a quello calcolato (e già percepito) secondo le regole appena ricordate, incrementato di una certa percentuale, diversa a seconda del codice Ateco di appartenenza. 

Per fare un esempio di come funziona il contributo consideriamo un bar con ricavi inferiori a 400 mila euro, che ha già ricevuto un contributo pari a 1.961 euro, questo riceverà un ristoro del 150% del valore medio di 2.941 euro. 

Per un ristorante invece che supera i 400 mila euro di ricavi, e che ha ricevuto precedentemente un contributo pari a 6.960 euro (quota 200%), riceverà un ristoro del 200% del valore medio di 13.920 euro. Una palestra con ricavi inferiori a 400 mila euro, che ha ricevuto infine un contributo di importo medio pari a 2.028 euro, riceverà un ristoro del 200% del valore medio di 4.056 euro. 

Considerato invece un albergo che non ha beneficiato del contributo, con ricavi superiori a 5 milioni di euro, per tale attività la quota prevista è pari a 150%. 

Sopponendo una differenza di fatturato (aprile 2019 – aprile 2020) pari a 500.000 euro, si applicherà in questo caso la percentuale del 10% quindi 50.000 al cui importo verrà calcolata la quota del 150% (75.000). Il contributo spettante sarà di 75.000 euro. 


mercoledì 4 novembre 2020

Nuove restrizioni per i comparti di filiera. Zone differenziate in Aree. DPCM 3 novembre 2020.-

di Area Legislativa

Il nuovo DPCM del 3 novembre 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, contiene i nuovi provvedimenti validi per tutto il territorio nazionale e anche alcune norme che verranno applicate a livello regionale in base a Ordinanze del Ministero della Salute. Un regime differenziato che di fatto divide l’Italia in tre diverse fasce di rischio contagio Sars-Cov 2 a seconda di 21 parametri elencati nel testo. Nelle «zone rosse» saranno applicate le restrizioni più stringenti. 
Le norme entreranno in vigore dal 6 novembre e fino al 3 dicembre 2020

Entriamo nello specifico delle disposizioni iniziando dal c.d. coprifuoco previsto dalle ore 22:00 alle ore 5:00 del giorno successivo.  In questo lasso di tempo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Il decreto raccomanda, per la restante parte della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità ma anche per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi

Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta per tutta la giornata o in determinate fasce orarie la chiusura al pubblico, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private. 

Per i locali pubblici e aperti al pubblico e per tutti gli esercizi commerciali è obbligatorio esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti. 

Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. 

Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi; dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio (delivery) nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto (take away), con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. 

Restano aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Il nuovo DPCM prevede un regime differenziato tra le Regioni, a ognuna delle quali sarà assegnata una delle tre fasce differenziate per il pericolo del contagio, in base ai 21 parametri elencati nel provvedimento.

Le norme valide a livello regionale saranno concordate d’intesa col presidente della Regione.

I provvedimenti saranno valutati su base settimanale, e avranno durata minima di 15 giorni (comunque non oltre il 3 dicembre): per l’effetto, se una Regione verrà classificata come zona 4 (o rossa), vi rimarrà per almeno due settimane. Ogni Regione sarà collocata in una delle tre fasce sulla base di criteri oggettivi, enumerati nel documento scientifico condiviso con la Conferenza delle Regioni (“Prevenzione e risposta Covid-19, evoluzione della strategia per il periodo autunno inverno”).

Il ministro della Salute potrà adottare ordinanze d’intesa col presidente della Regione al fine di prevedere l’esenzione dell’applicazione di una o più misure restrittive, finanche in specifiche parti del territorio regionale.

La permanenza dei territori per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova classificazione. 

Classificazione di grado 3 - elevata gravità

a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalle Regioni e da un Comune all’altro, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del presente decreto; 

b) è vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune; 

c) sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), 7 giorni su 7 ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio (delivery) nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l'attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22:00 la ristorazione con asporto (take away), con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Classificazione di grado 4 - massima gravità

a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalle Regioni, nonché all’interno dei medesimi Comuni di appartenenza, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del decreto 

b) sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l'accesso alle sole predette attività e ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie; 

c) sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), 7 giorni su 7 ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio (delivery) nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l'attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22:00 la ristorazione con asporto (take away), con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto di una distanza interpersonale di almeno un metro.

Il Governo ha previsto la ripartizione in tre zone colorate (gialla, arancione e rossa) per individuare i gradi di pericolosità di contagio, inserendo in ciascuna zona le Regioni più o meno allertate, identificate in base ai dati ricavati dai 21 parametri previsti nell'allegato 25 al decreto.

Provvisoriamente sono state identificate le seguenti ripartizioni che devono essere confermate dall'Ordinanza del Ministero della Salute.

ZONA GIALLA: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Trento, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.

ZONA ARANCIONE: Puglia, Sicilia.

ZONA ROSSA: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle D'Aosta.

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