di Area Legislativa
Il tradizionale calendario dell’avvento quest’anno viene stravolto delle aperture e chiusure delle attività commerciali e da conseguenti permessi e divieti di circolare.
E’ quando annunciato dal Governo e previsto nel nuovo decreto legge sul Natale (D.L. n. 172/2020), in vigore da oggi 19 dicembre 2020, che riscrive la
cartina geografica dell’epidemia con colorazioni tra il rosso, l’arancione e il giallo a
seconda dei giorni.
Proviamo a sintetizzare cosa si può fare e cosa no negli ultimi giorni del
2020 e nei primi del 2021.
24, 25, 26, 27, 31 dicembre e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio
Per tutti i giorni prefestivi (vigilie e i sabati) e i
festivi (Natale, Santo Stefano, primo dell’anno, befana e domeniche)
l’Italia sarà in zona rossa.
Pertanto, è previsto:
- il divieto di ogni spostamento in entrata e in uscita dalla Regione e
anche all’interno del territorio stesso (sempre salvo necessità e urgenza);
- la chiusura dei negozi al dettaglio (quindi i negozi
all’ingrosso restano aperti), tranne le farmacie, le
parafarmacie, le edicole, i tabaccai e le rivendite di
generi alimentari e di prima necessità sia nell'ambito degli esercizi commerciali
di vicinato, sia nell'ambito della media e grande distribuzione, anche
ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l'accesso alle sole
predette attività;
- la chiusura dei mercati di generi non alimentari;
- la chiusura degli esercizi di ristorazione ovvero bar,
pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie; resta consentita la sola ristorazione
con consegna a domicilio (delivery), nonché fino alle ore 22,00 la
ristorazione con asporto (take away);
- la sospensione delle attività sportive, anche svolte nei centri sportivi
all’aperto;
- la possibilità di svolgere individualmente attività motoria (cioè fare
passeggiate) in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della
distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina;
è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente
all’aperto ed in forma individuale.
Sarà comunque possibile far visita, dalle 5 alle 22, a parenti e amici non conviventi.
Infatti, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione
privata, ubicata nella medesima regione, una sola volta al giorno,
nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a
quelle ivi conviventi, oltre ai minori di 14 anni su cui si esercita la patria
potestà genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti
conviventi.
Si tratta, in definitiva, di una piccola eccezione al
divieto di circolazione per permettere, durante i giorni di festa di poter fare
visita ai propri cari, evitando il rischio di pericolosi assembramenti.
28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio
In tutta Italia si applicano le regole per la zona
arancione.
Ciò vuol dire che vige:
- il divieto di ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla Regione
(salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza);
- la sospensione delle attività dei servizi di ristorazione (fra
cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e
del catering. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio (delivery) nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto (take away), con divieto di
consumazione sul posto o nelle adiacenze.
Quanto agli spostamenti, in zona arancione c’è, in linea generale, il
divieto di ogni spostamento in un comune diverso da quello di
residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze
lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per
svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel
proprio comune.
Il Decreto, però, prevede una eccezione: infatti,
saranno consentiti gli spostamenti dai piccoli comuni (fino a
5.000 abitanti) in un raggio di massimo 30 Km, senza
poter andare nei capoluoghi di provincia.
Una nota di Palazzo Chigi
specifica inoltre che dal 21 al 6 gennaio sarà possibile sempre andare nelle
seconde case, purché queste si trovino nella stessa regione della residenza.
Nuovi ristori per bar e ristoranti
Il decreto stanzia, infine, 650 milioni di euro (455 milioni per il 2020 e
190 milioni per il 2021) di aiuti economici alle categorie colpite direttamente
dalle nuove disposizioni.
Si tratta, in particolare, delle attività dei servizi di
ristorazione di cui al gruppo Ateco 56 (il
dettaglio dei codici attività interessati è riportato in allegato al D.L.), con
partita IVA attiva alla data del 19 dicembre 2020, con esclusione di coloro che
hanno aperto la partita IVA dal 1° dicembre 2020.
Ad essi verrà corrisposto un contributo a fondo perduto in misura pari al
100% (con un massimo di 150.000 euro) di quanto già
percepito in passato con il Decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020), essendo
disposto che tale contributo spetti solo a chi lo ha già ottenuto (e non
restituito) in base a tale decreto.
L’accredito avverrà in automatico, a cura
dell’Agenzia delle entrate, senza che gli interessati debbano presentare
un’apposita istanza.
Nessun ristoro è previsto per gli altri attori della filiera che dovranno
attendere un nuovo provvedimento a gennaio 2021.
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